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Test antidroga per medici e infermieri ...e i veterinari?

MARIA CORBI
ROMA
Test anti droga per medici, infermieri e ostetriche. Anche per loro l’obbligo di accertare «la lucidità» prima di mettere le mani su un paziente. Si tratta di un provvedimento messo a punto dal Dipartimento politiche antidroga che andrà presto, dopo un’ultima limatura, in Conferenza Stato-Regioni per un’intesa, come spiega il direttore del Dipartimento, Giovanni Serpelloni. Secondo il quale all’elenco delle categorie da controllare si potrebbero aggiungere anche gli insegnanti.

E così progressivamente i controlli si estendono ad altre categorie «a rischio» (sulla pelle degli altri) dopo i camionisti, autisti e piloti, edili che lavorano a una certa altezza. «Ci sarà probabilmente - spiega Serpelloni - una differenziazione tra alcune categorie, considerate maggiormente a rischio, i cui lavoratori dovranno essere sottoposti tutti, periodicamente, a controlli antidroga e altre dove invece si sceglierà di intervenire con i test solo per una parte, tipo un 50% di lavoratori. Questo anche per motivi di copertura finanziaria». Gli insegnanti potrebbero rientrare in quest’ultima tipologia di controlli.

Il sottosegretario Carlo Giovanardi è soddisfatto: «In questa azione che è una delle tante che mettiamo in campo, come il nuovo codice della strada che prevede controllo antidroga per chi prende la patente, ci conforta il fatto che mentre cresce questa rete di controlli preventivi, cala il consumo di sostanze stupefacenti nel nostro Paese. Il che significa che le politiche di educazione, di informazione nelle scuole e nelle famiglie, le politiche di deterrenza, come ad esempio i controlli stradali, e queste misure stanno dando risultati positivi: e questo vuol dire vite umane salvate». «Il problema - prosegue il responsabile delle politiche antidroga - è di intervenire prima che la mamma disperata faccia appello per televisione perché la figlia è morta di ecstasy o il figlio è stato travolto da un’auto guidata da un conducente ubriaco o fatto di droga. O, ancora, prima che un paziente sia curato da un medico che perde il controllo perché fatto di cocaina», come probabilmente accaduto a Napoli secondo quanto emerso ieri da un’operazione di polizia».

Proteste dai medici? Secondo Giovanardi non ci saranno. «Sono tutte misure prese per salvaguardare sicurezza e salute dei cittadini - afferma -. Chi fa professioni che mettono a rischio la sicurezza e vuole assumere sostanze cambia mestiere».

Via libera dagli infermieri: «Per noi non c’e nessun problema, siamo più che pronti e disponibili a sottoporci al test antidroga e fare tutto ciò che è utile ad aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario» assicura Annalisa Silvestro, presidente dei collegi degli infermieri (Ipasvi). «L’importante è muoversi in modo equilibrato e non sparare «nel mucchio». Nessun problema anche per i medici dell’Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori). Il presidente Vincenzo Arpino fa notare che «chi non si droga ha nessun timore. Sicuramente ci sono medici che si drogano, ma sono pochissimi, e comunque non in misura maggiore rispetto a categorie come avvocati e politici. I test, anzi, ci saranno utili per scoprire chi effettivamente fa uso di stupefacenti». La deputata Pdl Alessandra Mussolini è stata bocciata all’esame per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo sostenuto alla Facoltà di medicina di Roma, al Policlinico Umberto I. Laureata a Napoli, la presenza della Mussolini all’esame era stato annunciato dal sito web «a tuttadestra», che le aveva rivolto un caloroso «in bocca al lupo». Un augurio che non le ha portato fortuna.



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