Passa ai contenuti principali

divieto del taglio di coda e orecchie



da Sanihelp.it - Il 1 novembre 2011 è entrata in vigore la normativa che vieta il taglio di coda e orecchie nel cane contenuta nella Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Tutti gli interventi chirurgici mirati alla modifica dell’aspetto dell’animale da compagnia o finalizzati per altri scopi non curativi vengono vietati.

La normativa in particolare pone il divieto su:
• Taglio della coda
• Taglio delle orecchie
• Recisione corde vocali
• Asportazione unghie e denti.


Nel comma 2 dell’articolo 10 della suddetta convenzione espone un caso in particolare dove la caudotomia è permessa. Questo caso particolare riguarda le razze di cani da ferma, riporto e cerca:
• Bracco Ungherese a pelo corto
• Cane da ferma tedesco a pelo duro
• Cane da ferma tedesco a pelo corto
• Bracco Francese tipo Gascogne
• Bracco Francese tipo Pirenei
• Bracco Italiano
• Epagneul Breton
• Griffone a pelo duro (Korthals)
• Spinone Italiano
• Cocker Spaniel
• Springer Spaniel

In queste razze è consentita la caudotomia neonatale preventiva che deve essere eseguita soltanto dal medico veterinario nella prima settimana di vita del cucciolo, in sedazione e con anestesia locale.

Questa eccezione è dovuta al fatto che queste razze in età adulta potrebbero essere esposti a problemi sanitari come le lesioni alla coda che sarebbero difficilmente curabili con trattamenti conservativi.

Le orecchie e la coda nel cane sono molto importanti perché lo aiutano a comunicare con l’uomo. Infatti il cane attraverso diverse posture di orecchie e coda ci parla e ci comunica il suo stato d’animo in quel momento. Ad esempio un cane con la coda tra le gambe è un cane che ha molta paura, invece un cane che tiene le orecchie dritte significa che è attento a cosa accade intorno a lui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Come reperire un Consulente Tecnico di Parte Veterinario legale per le perizie

  COME TROVARE UN VETERINARIO LEGALE  PER LE PERIZIE IN CASI DI MALASANITA' ANIMALE Molto spesso i familiari umani degli animali vittime di malasanità animale si rivolgono alla nostra associazione per avere un nominativo di un veterinario esperto in medicina legale per le perizie necessarie a stabilire le cause di danno o decesso riconducibile a responsabilità medico veterinaria. Non abbiamo referenti accreditati in tutta Italia, ma solo in alcune zone, per questo rinviamo ai contatti con i periti che sono negli elenchi dei Tribunali di ogni Provincia italiana.  Nei siti istituzionali dei tribunali ci sono pagine dedicate agli albi del consulenti e periti, divisi per categoria. Per essere iscritti in questi albi bisogna fare richiesta al tribunale. Questi sono i nomi che, indicativamente, scelgono i giudici, ma sono liberi di sceglierne altri. Volendo, anche i privati possono orientarsi su questi nomi.   Alleghiamo il link di un paio di esempi - https://www.tribunale.pavia.giusti

ricordando l'orso Gigi balla

C’era a Livorno il “parterre” (così veniva chiamato), un giardino zoologico che fortunatamente oggi è rimasto solo giardino. Gli animali sono stati trasferiti agli inizi degli anni ’90. Tra questi animali ce n’era uno in particolare, un orso bruno che veniva chiamato da tutti i livornesi Gigiballa. Questo nome derivava dal fatto che quest’orso ballasse veramente. Era l’attrazione dello zoo. I genitori portavano i figli a vedere lo “spettacolo” di questo animale e tutti ne ridevano. La verità però era che l’orso “ballava” perché aveva male ad un dente. E, ballando, emetteva un urlo quasi angosciante, come richiesta d’aiuto. Quest’orso è morto, all’età di 33 anni (età considerevole per un orso), nell’estate del 2007 nella riserva naturale dell’Orecchiella, in provincia di Lucca, dove era stato trasferito nel ’92. Perchè nessuno ha curato quel povero orso, pur sapendo del suo malessere? Probabile che non si presero provvedimenti perché  rimanesse un attrazione. Una delle tate storie di

Divieti nei supermercati: Bambini sì, cani no?

  BAMBINI CON LE SCARPE NEI CARRELLI DEI SUPERMERCATI Che buona parte del popolo italiano manchi totalmente di un'educazione all'igiene si vede anche dalla diffusissima abitudine di trasportare, nei carrelli dei supermercati, i bambini con le scarpe a contatto del vano alimenti. Chiamiamola maleducazione, inciviltà o totale menefreghismo delle regole basilari dell'igiene (tra l'altro sancite anche da regolamenti delle Asur locali) però un interrogativo nasce spontaneo: perchè i bambini sì e i cani no? Perché nessun direttore o commesso osa riprendere  genitori, nonni e parentado vario che ficcano la figliolanza nei carrelli con le scarpe sporche e invece, mettono alla porta i cani? Anni fa, in quel di Ascoli Piceno, un supermercato si attrezzò, perché i cani potessero entrare con i loro compagni umani a fare la spesa. Ai tempi, si scomodò perfino  Michela  Brambilla, giunta sul posto con uno stuolo  di fotografi  per esultare  e documentare. Lodevole iniziativ