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Gabbiammare e gli animali


Per aggiungere lustro all'assunzione di Grottammare nell'olimpo delle italiche "Città" propongo - se sono ancora in tempo - di inserire nel nuovo stemma cittadino una gabbia per animali.

Proprio al centro, in bell'evidenza. Che ricordi e celebri le molte, anguste gabbie in cui lo scorso luglio, Fiera di San Paterniano, innocenti cuccioli sono stati detenuti per 48 ore in condizioni eufemisticamente definibili pietose. Senza controlli nè sanzioni per i responsabili, perchè così costuma da queste parti.

Esempio virtuoso con imminente recidiva nella novembrina FIERA DI SAN MARTINO.

La fanfara di certa stampa cartacea, risuonata già il 22 ottobre, non lesina superlativi: la macchina organizzativa ovviamente imponente, gli spazi messi in vendita hanno ovviamente il tutto esaurito.
E nel dare i numeri (metriquadri, spazi venduti, espositori: 9.100, 409, 364, 45... chi li vuol giocare si serva) l'orgasmo celebratorio porta il giornalista ad annoverare gli ANIMALI tra le "merci varie" che saranno esposte in vendita.
Già, perchè - come tutti i duri - il Comune non arretra davanti al nemico nè muove muscolo di fronte agli esposti e alla valanga di proteste: la Fiera VENDERA' ANCHE ANIMALI e sarà più bella e più grande che pria.

Dalla stampa abbiamo così due conferme in un sol colpo:

1. il Comune di Grottammare, con sensibilità da caterpillar, imperterrito consente la vendita di animali in fiere e mercati ambulanti, e se ne stracatafotte (A.Camilleri) dell'opinione di moltissimi e di ben altre scelte di civiltà che altri Comuni han già fatto;

2. nella cultura dei nostri amministratori, e della stampa che strilla forte il peana, e di quell'altra che d'abitudine tace - di fatto acconsentendo - gli animali altro non sono che... MERCE. Di cui disporre a beneficio di portafogli privati e casse pubbliche, da trascinare per fiere e mercati tra sofferenze e disagi, da esporre alla curiosità di un certo pubblico per intere giornate.

Non credano, amministratori e responsabili, di darsi una mano di belletto promettendo controlli e verifiche sullo stato degli animali, sulla congruità delle gabbie, sulle condizioni di stabulazione.
Improbabili controlli, verifiche, sanzioni (l'indecoroso precedente di San Paterniano legittima lo scetticismo ) non renderanno meno incivile la prassi del consentire il commercio di animali vivi in mercati e fiere: retaggio di medioevo, che per ragioni intrinseche alla situazione stessa - specie se protratta per 48 ore consecutive - non può non configurarsi come vero e proprio maltrattamento.
Ma questo piace alla nostra amministrazione e a certa parte della stampa locale; compiacerà le saccocce dei mercanti, conforterà le casse comunali; delizierà, infine - creando elettoralistici consensi - i beoti che vedranno, negli animali in gabbia, merce da acquistare a prezzi convenienti e spettacolo da offrire ai propri bambini, futuri beoti.


25. 10. '11 Sara Di Giuseppe

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