pubblichiamo con piacere la lettera aperta inviata dalla nostra collaboratrice Sara Di Giuseppe sul vergognoso articolo uscito sul Resto del Carlino- redazione S.Benedetto del Tronto il 1° maggio, in merito alla vergognosa asta dei cuccioli sequestrati ai trafficanti, lo scorso febbraio. Se la stampa locale è questa, non ci meravigliamo poi dello stato di arretratezza culturale, etica e sociale del sud delle Marche. Lettere di dissenso e di protesta sull'articolo sono state inviate alla redazione del Carlino di Ascoli, anche da "Arca 2000", Lav Marche, Associazione Cinofila Senigalliese.
LETTERA APERTA
Alla Redazione del
Resto del Carlino / Edizione Marche
e p.c.
Ordine Giornalisti
Marche
Sulla vicenda dei cuccioli sequestrati a San Benedetto del Tronto, e dell’asta
degli animali decisa dalla Procura di Ascoli con conseguenti proteste piovute
da ogni dove, si è espresso ieri - 1 maggio 2013 - il giornalista Marcello
Iezzi sul vostro quotidiano nella pagine di cronaca locale (v.allegato) in un
articolo che è un concentrato di informazione inesatta, generica e fuorviante. Nel
merito:
- Il giornalista
mette in risalto l’impegno profuso da un’associazione locale - L’Amico Fedele
- che “ha cercato di dissuadere la Procura” circa l’opportunità
della messa all’asta dei cuccioli, e prosegue dicendo che l’asta “trova
contrarie alcune associazioni animaliste”.
In che modo L’Amico fedele abbia “cercato
di dissuadere la Procura” (telefonata, visita di cortesia, bigliettino
d’auguri, scappellamento a destra) non è dato sapere, di certo non ve n’è
traccia né in loro comunicati stampa né in prese di posizione pubbliche.
Al contrario, il forte dissenso che ha
scatenato il diluvio di mail di protesta da ogni parte d’Italia per iniziativa
dell’ associazione Arca2000 espostasi in prima persona, e con il contributo
determinante di molte associazioni nazionali di rilievo, viene
attribuito in modo generico ad “alcune associazioni animaliste” (quasi
fenomeno marginale e di disturbo?...)
Ma non è il peggio…
- Il peggio è che nel
seguito dell’articolo il giornalista entri decisamente nel surreale sostenendo
che “La vendita all'asta serve a
garantire la massima trasparenza”. Perchè un’asta è esattamente
il contrario di ciò che garantisce “trasparenza”: come anche l’intelligenza di
un bambino capirebbe, dietro l’acquisto di un cucciolo di razza può esserci
chiunque, anche il malintenzionato, a differenza di quanto accade nelle
procedure di affido e adozione grazie agli obbligatori controlli pre e post
adozione. Per non parlare della valenza profondamente negativa dal punto di
vista etico e pedagogico del mettere in commercio, addirittura all’asta, non
oggetti bensì creature viventi e senzienti, portatori di sensibilità e diritti
come chiunque altro.
Ma non è ancora il peggio…
- Il
peggio viene in chiusura, quando il fine argomentatore che come sappiamo vede
nell’asta un tripudio di trasparenza, argomenta che essa serve anche “a evitare la concorrenza sleale [sleale?!] nei confronti di chi vende animali”. Inconsapevole di essersi sparato sui piedi
colpendo, nella foga, anche i piedi dei geniacci che in Procura e in Forestale
hanno concertato la civilissima iniziativa dell’asta, il fine argomentatore
rivela candidamente il vero obiettivo della decisone in alto loco (e della
difesa che ne fa la nostrana stampa-da-riporto): non dar fastidio ai
commerciati di
animali! Hai visto mai che gli si pestino i calli , che si vedano
scavalcati, nella nobile pratica del commercio di esseri viventi, da “alcune
associazioni animaliste” covo di assatanati che vorrebbero gli animali dati
e presi in adozione piuttosto che venduti e comprati come pentole o mutande!
Di peggio in peggio, il fine argomentatore –
non accorgendosi neppure di entrare in contraddizione con tutto quanto ha detto
prima - in un crescendo orgasmico si accalora fino ad avere le traveggole
affermando che “per i 130 cani [del canile] meritevoli
di adozione non c’è mai stata tanta attenzione da parte di
associazioni che ora alzano il tono”. La foga allucinatoria impedisce al
Nostro di ricordare le infinite battaglie in ciascuna delle quali le vituperate
associazioni animaliste sottolineano in lungo e in largo la necessità di
adottare animali boicottando la sciagurata pratica della compravendita, sia in
negozio sia - ancor peggio - nei mercati ambulanti, contro la sordità delle
istituzioni, dell’informazione, spesso nell’indifferenza di gran parte
dell’opinione pubblica. Non meraviglia: i cestini della carta straccia
delle nostrane redazioni sono piene dei comunicati di associazioni e privati
relativi ad argomenti così marginali e fastidiosi…
Conclusione: il giornalista,
quindi il Resto del Carlino, non è nuovo alla produzione di cronache
disinformate e di parte quando si tratta di argomenti attinenti all’animalismo.
Si può ricordare, una per tutte, un’illuminata cronaca della Fiera di San
Martino del 2011 a Grottammare, che fu segnalata per motivi analoghi (cfr. http://faxivostri.wordpress.com/2011/12/08/lettera-aperta-3/#more-1900).
Sarebbe opportuno che chi di etica animalista ignora i fondamentali, si
astenesse dal tranciare giudizi su cose che non conosce e per le quali dimostra
la stessa sensibilità di un bullone d’automobile. Così come sarebbe auspicabile
che la stampa offrisse ai lettori un’informazione diversa da questa, e cioè
seria, rigorosa, documentata.
2.05.’13
Sara Di Giuseppe
faxivostri.wordpress.com
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